Nel panorama della messaggistica istantanea, Telegram si è ormai affrancato dal ruolo di semplice alternativa a WhatsApp, guadagnando una fetta di mercato sempre più consistente grazie a funzionalità distintive che ne hanno decretato il successo. La possibilità di creare chat segrete, l’utilizzo di canali tematici e l’opzione di non mostrare il proprio numero di telefono sono solo alcune delle caratteristiche che hanno convinto milioni di utenti. Soltanto in Italia, i dati parlano chiaro: sono ben 15 milioni le persone che utilizzano l’app fondata da Pavel Durov, pur mantenendo spesso attivo anche WhatsApp, che nel nostro Paese domina ancora con 35 milioni di consensi.
Attualmente, Telegram occupa il terzo gradino del podio per numero di utenti, posizionandosi subito dietro a Facebook Messenger. Tuttavia, il trend di quest’ultimo è in calo, e non sorprenderebbe vedere un sorpasso da parte dell’app azzurra nei prossimi anni, portandola a diventare il principale competitor diretto del leader di mercato.
Gestire la presenza digitale: differenze tra disinstallazione ed eliminazione
Nonostante la crescita esponenziale, non mancano gli utenti che, dopo aver testato la piattaforma, decidono di fare un passo indietro, magari perché preferiscono concentrarsi su un unico canale di comunicazione. Qui sorge spesso un equivoco tecnico: molti credono erroneamente che rimuovere l’icona dell’app dallo smartphone equivalga a cancellarsi. La realtà è ben diversa.
Disinstallare l’applicazione, operazione che si effettua generalmente tenendo premuta l’icona e selezionando la voce apposita, rimuove solo il software dal dispositivo. Il profilo utente, inclusi i dati e le conversazioni, rimane intatto e custodito sui server dell’azienda. Telegram, a differenza di altri competitor, assegna a ogni account uno spazio cloud sincronizzato in tempo reale; di conseguenza, le informazioni restano accessibili finché l’account non viene formalmente eliminato. I protocolli della piattaforma prevedono comunque una sorta di “pulizia automatica”: se un profilo rimane inattivo per un periodo di sei mesi (180 giorni), il sistema procede alla cancellazione definitiva di account e dati associati.
Opzioni per una disattivazione temporanea o programmata
Per chi cerca una via di mezzo, evitando soluzioni drastiche, esiste la possibilità di disattivare l’account temporaneamente o programmarne l’autodistruzione. È una strada percorribile per chi desidera prendersi una pausa dai social network senza perdere il proprio nome utente o lo storico delle chat. Su dispositivi Android, ad esempio, accedendo alle impostazioni del dispositivo e selezionando la gestione delle applicazioni, è possibile disabilitare l’app senza disinstallarla, mantenendo i dati “congelati” sul telefono.
In alternativa, agendo direttamente dall’interno dell’applicazione, l’utente ha il controllo sul proprio destino digitale. Accedendo al menu principale (le tre linee orizzontali) e navigando nella sezione “Privacy e sicurezza”, si trova l’opzione per eliminare l’account. Qui è possibile impostare un timer di autodistruzione personalizzato che va da un mese a un anno di inattività. Prima di procedere, tuttavia, è sempre consigliabile effettuare un backup delle chat e dei file importanti, poiché una volta scattata la cancellazione, il recupero sarà impossibile.
Espansione del brand: acquisizioni strategiche in Croazia
Mentre l’applicazione di messaggistica continua la sua ascesa globale, il nome “Telegram” risuona con forza anche nel settore dell’editoria digitale europea, sebbene in un contesto aziendale differente. Il Telegram Media Group, editore digitale croato, ha recentemente siglato un accordo rilevante per l’acquisizione di quattro noti brand di lifestyle: Story, Sensa, Storybook e Roditelji.hr.
Questi marchi erano precedentemente gestiti dalla società di consulenza Mondo INC, parte del gruppo serbo Wireless Media Group (WMG). L’operazione segna un punto di svolta per il gruppo editoriale croato, nato nel 2015 e già proprietario di testate come il portale di notizie Telegram, il sito sportivo Telesport e il portale di salute Pitanje Zdravlja. Con questa mossa, l’azienda non solo amplia il proprio bacino d’utenza, integrando portali come Story.hr — che vanta 700.000 utenti e 23 milioni di visualizzazioni mensili — ma punta a rafforzare la sua presenza nel business dell’organizzazione di eventi e concerti.
Le strategie dietro il passaggio di proprietà
L’acquisizione si inserisce in un piano di crescita che ha visto quest’anno anche il lancio del podcast Prvi Glas e della casa editrice Minerva. Dall’altra parte del tavolo, la cessione rientra in una precisa strategia di WMG. Il gruppo serbo, che opera in quattro paesi e impiega oltre mille dipendenti, ha definito la vendita come una decisione logica per concentrarsi sulla trasformazione digitale e sull’abilitazione tecnologica di altri segmenti di business nel mercato croato.
Come sottolineato dai vertici di WMG, il passaggio del portafoglio lifestyle a Telegram Media Group garantisce continuità e sviluppo a testate storiche, affidandole a una delle realtà editoriali più dinamiche della regione. Si delinea così un periodo di grandi manovre, sia per gli utenti che gestiscono la propria privacy sulle app di messaggistica, sia per gli assetti proprietari dei media nei Balcani.